Pull request e merge request rappresentano due strumenti fondamentali per integrare codice in un repository condiviso, ma spesso vengono confusi o considerati sinonimi. In realtà, sebbene condividano scopi e funzionalità di base, riflettono anche differenze legate agli ambienti nei quali sono utilizzati e a certe sfumature di approccio.
Le pull request sono una funzionalità tipica di GitHub e di altri sistemi ispirati al suo modello; il loro scopo è permettere a uno sviluppatore di proporre modifiche effettuate in un ramo del repository, invitando il team a rivedere, discutere e approvare il codice prima della fusione nel ramo principale.
Le merge request, adottate principalmente da GitLab, svolgono un ruolo analogo ma aggiungono una gestione più profonda del ciclo di vita della modifica, enfatizzando l’integrazione con pipeline CI/CD, la gestione di permessi granulari e la tracciabilità dei task collegati.
In entrambi i casi, l’idea centrale è quella di non fondere direttamente il codice nel ramo principale, ma passare prima attraverso un processo formale di revisione, discussione e test: un meccanismo che riduce il rischio di introdurre bug, migliora la qualità del software e facilita il lavoro di squadra.
Le pull request su GitHub consentono di confrontare facilmente le modifiche, commentarle riga per riga, suggerire modifiche direttamente dal browser e avviare azioni automatiche attraverso i workflow definiti nel repository; i revisori possono approvare, richiedere modifiche o anche fondere il codice, a seconda dei permessi, e il processo si conclude quando il codice viene accettato e unito.
Le merge request, sebbene simili, sono concepite come elementi centrali dell’interazione in GitLab: ogni MR può essere collegata a uno o più issue, il che consente di chiudere automaticamente i task associati quando la merge request viene fusa, fornendo una continuità naturale tra sviluppo e gestione del progetto. Ora, durante la revisione di una MR, il team ha a disposizione una visione dettagliata dei commit coinvolti, i risultati delle pipeline di test, i report di unificabilità e persino i dati relativi a sicurezza e licenze, avendo pertanto un quadro tecnico più ampio rispetto a una PR tradizionale. Inoltre, GitLab incoraggia l’apertura precoce delle merge request: lo sviluppatore può avviarle anche quando il lavoro è ancora in corso, favorendo un feedback tempestivo e l’identificazione precoce di problemi.
Entrambi i sistemi permettono di modificare il codice proposto anche dopo l’apertura della richiesta, sia attraverso il web, che consente modifiche rapide via browser, sia tramite ambienti di sviluppo completi o più comunemente dalla riga di comando tramite Git.
Anche l’assegnazione di revisori e la definizione di approvatori segue una logica simile: in GitLab, l’assegnazione avviene con l’azione rapida /assign oppure dalla sidebar, con alcune differenze in base al piano (ad esempio il supporto a più assegnatari nelle versioni Premium).
Le opzioni di fusione in entrambe le piattaforme includono meccanismi automatici: GitHub propone ad esempio la fusione automatica quando tutti i controlli superano, mentre GitLab offre l’unione automatica anche in presenza di controlli non superati, se così autorizzato dai revisori.
Le merge request offrono poi un controllo più articolato sulle situazioni di concatenazione tra rami: se una MR dipende da un’altra, GitLab può aggiornare automaticamente la destinazione delle richieste di merge collegate, evitando conflitti e mantenendo ordinato il flusso delle modifiche.
Anche la chiusura di una richiesta avviene con logica simile: entrambe le piattaforme permettono di chiudere manualmente una PR o MR se si decide di abbandonare lo sviluppo, mantenendo però intatti i dati storici, i commenti e le revisioni.
GitLab consente inoltre di filtrare in modo molto granulare le attività di una MR, selezionando solo i tipi di eventi rilevanti (commenti, modifiche, approvazioni, commit, ecc.), un’opzione utile per analizzare la storia di una modifica complessa.
Sebbene pull request e merge request si riferiscano in sostanza allo stesso concetto, cioè una richiesta di revisione e fusione del codice, l’approccio GitLab tende a inquadrarle come uno strumento integrato nel processo di sviluppo continuo, con controlli formali più ampi e un legame più stretto con il ciclo DevOps, mentre GitHub mantiene una visione più snella e incentrata sul confronto del codice e l’interazione tra sviluppatori.
La scelta tra PR e MR non è solo terminologica: dipende dall’ecosistema in cui si lavora, dai flussi di lavoro del team e dall’importanza attribuita all’automazione, alla tracciabilità e al controllo dei processi.
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